La “Madonna del latte”
Un capolavoro ritrovato, una storia per Bologna
Presentazione a cura di Andrea Dall’Asta SJ e Francesca Passerini
La serata sarà introdotta da S. E. Mons. Ernesto Vecchi
Presidente della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro e dell’Opera Diocesana Madonna della Fiducia
La Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro e l’Opera Diocesana Madonna della Fiducia sono liete di presentare un rilievo in gesso ritrovato a Bologna in Palazzo Tartagni Bianchetti, storico edificio situato in Strada Maggiore, nel cuore della Città.
Si tratta di un altorilevo raffigurante una Madonna del latte, che replica e riproduce il tondo in marmo inserito nella lunetta del sepolcro Tartagni, monumento funebre realizzato in marmo nella basilica di San Domenico dallo scultore fiesolano Francesco di Simone Ferrucci (1437-1493) per il giurista imolese e Dottore dello Studio bolognese Alessandro Tartagni, morto nel 1477.
La rappresentazione della Madonna del latte, secondo la quale la Vergine sta allattando il Bambino o è colta sul punto di farlo, riprende un’antica iconografia molto diffusa nell’occidente cristiano.
L’immagine di una madre che allatta al seno il proprio figlio è presente in tutte le culture. È il simbolo stesso della maternità, della fecondità, della continuità delle generazioni.
Nel mondo cristiano è la manifestazione dell’umanità di un Dio che entra nella storia prendendo forma umana nel grembo di Maria di Nazareth e assumendo i tratti di Gesù.
Dall’oriente bizantino, l’iconografia si propaga in Occidente, dove trova pieno sviluppo tra XIV e XV secolo in Nord Europa e soprattutto in area toscana, sotto l’influenza della predicazione di Francesco d’Assisi.
In questo periodo, infatti, la devozione a Maria si orienta al recupero della sua femminilità e della sua vita all’interno del contesto familiare: accanto a immagini solenni destinate alla liturgia nascono una serie di rappresentazioni destinate al culto privato e popolare dove la Vergine è raffigurata nel suo essere “donna”. Queste immagini – colme di tenerezza e di dolcezza, testimoni delle speranze di salvezza che i fedeli, nel corso dei secoli, hanno riposto nella Madre di Dio – accompagnano la cristianità occidentale per tutto il periodo dal Trecento agli anni del Concilio di Trento, per poi essere sostituite da raffigurazioni che esplicitano maggiormente il contenuto evangelico.
Il rilievo presentato alla Raccolta Lercaro è riconducibile a questo contesto di devozione mariana: raffigura la Vergine e il Bambino con una modalità espressiva diretta al coinvolgimento di chi guarda. Maria, con gli occhi socchiusi, volge leggermente il capo verso quello del Bambino, fermando la mano sul seno in un gesto di paziente e tenera attesa.
Il bambino, seduto sulle gambe della madre e in procinto di essere allattato, si volge verso il fedele. È un invito a contemplare il mistero che si compie nel Natale: un Dio che si fa uomo e una madre che lo nutre, stringendolo in un abbraccio affettuoso in cui ogni uomo, interrogandosi sull’origine della propria vita, può ritrovarsi.
La Raccolta Lercaro intende valorizzare questo splendido lavoro ponendolo in connessione con il patrimonio culturale presente sul territorio, in particolare segnalando la presenza a Bologna di altre opere legate al percorso artistico di Francesco Ferrucci o alla sua bottega, conservate presso la basilica di San Domenico (sepolcro di Alessandro Tartagni, marmo, 1477-1485 ca), il Museo Civico Medievale (fregio con putti reggi Veronica, rilievo in stucco, 1475 ca), la Quadreria dell’Opera Pia dei Poveri Vergognosi (Madonna con Bambino, rilievo in marmo, 1470-1480), la basilica di San Petronio (nove formelle sotto i finestroni delle fiancate: san Paolo, Abramo patriarca, un Profeta, Abramo profeta, la Sibilla Cumana, un Profeta, santo Stefano, san Girolamo, il Profeta Elia, rilievi in pietra d’Istria, 1461-1479 ca), la basilica di San Francesco (sepolcro di Vianesio Albergati, marmo, 1485 ca; sepolcro di Pietro Fieschi, marmo, 1492 ca).
L’altorilievo, oggetto di un restauro conservativo realizzato grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, resterà esposto al pubblico nelle sale della Raccolta Lercaro fino al 13 luglio 2014.
Successivamente confluirà nella collezione permanente del museo.